mercoledì 3 settembre 2008

Cosa si può fare se si soffre di un Disturbo Ossessivo Compulsivo (1)

Di seguito ho sintetizzato alcune miei risposte a domande pervenutemi al blog inerenti il disturbo ossessivo compulsivo.

"Nella maggioranza dei casi è opportuno che chi è coinvolto nelle dinamiche familiari più strette con la persona che soffre (di Disturbo Ossessivo-Compulsivo, DOC) possa seguire un percorso (anche breve) non necessariamente di terapia personale, ma "solamente" di educazione al disturbo in oggetto, per capire come funziona, come gestirlo e come aiutare la persona che ne soffre e perchè e manifestare il proprio disagio e imparare a gestirlo al meglio.

Questo tipo di disturbo non è di facile comprensione, soprattutto perchè ad occhi non esperti le sue manifestazioni possono sembrare strane se non addirittura bizzarre e chi ne soffre può vergognarsi dei propri pensieri e di ciò che fa.
Questo non aiuta ad affrontare corettamente e con forza il problema, perchè c'è il rischio di manifestare una depressione secondaria al principale problema d'ansia.

Il DOC è un disturbo subdolo, che richiede molto impegno, ma le tecniche terpaeutiche per contrastarlo e superalo sono piuttosto efficaci, è indispensabile che si intraprenda la terapia più opportuna per questo tipo di disturbo.

La difficoltà a prendere farmaci può rallentare i progressi, ma questo non vuol dire che da sola la terapia non può dare quelche sollievo.

E'importante capire che i penseri ossessivi, in realtà, sono piuttosto comuni e normali, ciò che li rende ossessivi è il non accettare di averli e il valutarli in uncerto modo.
"Normalizzare" questo aspetto può essere un primo passo terapeutico. Certo molte persone non capiscono cosa succede, ma ogni attività ossessiva ha una motivazione.
Capire la motivazione è capire il particolare modo di giudicazre e valutazre i pensier ossessivi e le condotte compulsive della persona.

Inoltre, le compulsioni agiscono da fattori di mantenimento delle ossessioni e dell'ansia ad esse associate, più evito e controllo.

Il modo milgiore per uscirne è quello di evitare di evitare e di fare compulsioni e di lasciare che l'ansia vada via da sola, senza a gire una complusione. questa procedura terapeutica si chiama esposizione e prevenizione della risposta, sembra semplice e banale, ma è molto delicata ed è opportuno che solo terapeuti cognitivi e comportamentali esperti addestrati aiutino la persona ad affrontare questi passi. inoltre, oltre a rompere il condizionamento tra ossessione-ansia-compulsione-ossessione è fondamentale "ristrutturare" tutte quelle convinzione personali resonsabili della particolare valutaione di quei pensieri che la persona identifica come intrusivi e che non accttati e, soppressi ed evitati divengono assillanti."

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