lunedì 21 dicembre 2009

Il dialogo interno (Pillole di auto-aiuto 3)


Che rapporto c’è tra pensiero ed emozioni?
Immaginate di trovarvi ad una festa e vi viene presentato Marco.

Mentre parlate, Marco raramente vi guarda in faccia; nel corso della breve conversazione, lancia invece occhiate sopra la vostra spalla per guardare altrove nella stanza. Di seguito trovate tre possibili pensieri che si possono avere in questa situazione. Sotto ognuno di essi sono elencate quattro emozioni.

Qual è l’emozione che pensate possa seguire ognuno di questi pensieri, se fossero vostri?

Pensiero 1: “Marco è un maleducato. Ignorandomi così mi offende.”
Emozione provata: irritato, triste, ansioso, premuroso.

Pensiero 2: “Marco non mi trova interessante. Io annoio tutti.”
Emozione: irritato, triste, ansioso, premuroso.
Pensiero 3: “Marco sembra timido. Probabilmente si sente troppo a disagio per guardarmi.”
Emozione: irritato, triste, ansioso, premuroso.

Che rapporto c’è tra pensiero e comportamento?
Immaginate di trovarvi ad un buffet. Alcune persone vanno a riempirsi il piatto, mentre altri rimangono più defilati a parlare. Voi state parlando con un vostro caro amico da diversi minuti. Considerate ognuno dei pensieri seguenti e immaginate il comportamento che trovereste adeguato se tali pensieri fossero vostri.

Pensiero 1: “E’ da maleducati correre al buffet nel bel mezzo di una conversazione.”
Pensiero 2: “Quella vecchietta ha un aspetto troppo malfermo per tenere in mano un piatto.” Pensiero 3: “Se non mi precipito, finiranno le tartine.”
Pensiero 4: “Mi trovo proprio bene con questo mio amico. No ho mai conosciuto una persona più interessante di lui.”

Pensieri, comportamenti, emozioni, sensazioni sono “elementi” diversi tra loro, ma dipendenti gli uni dagli altri.
Il pensiero (il nostro dialogo interno) gioca un ruolo fondamentale nel determinare la qualità e l’intensità delle emozioni e il tipo di comportamenti emessi.

Se proviamo un disagio psicologico o una dolorosa emozione negativa fate caso a ciò che vi passa per la mente quando provate una sensazione intensa o quando reagite con forza a qualche evento.
Senza il contributo di questi pensieri non soffriremo così tanto (benché ci siano eventi oggettivamente molto spiacevoli) o non raggiungeremmo livelli così elevati di ansia, paura, depressione o senso di inadeguatezza, inferiorità o rabbia.
Questi pensieri di norma sono poco realistici e controproducenti, perché non aiutano a raggiungere i propri scopi.

Nei prossimi articoli approfondiremo la natura dei pensieri disfunzionali, nel frattempo esercitatevi a distinguere e riconoscere i vostri pensieri in generale, dalle emozioni, dai comportamenti, dalle situazioni. “Sto impazzendo” e “Sono triste”, sono pensieri o emozioni?

sabato 12 dicembre 2009

Il dialogo interno (Pillole di auto-aiuto 2)

Se vogliamo diminuire il disagio provato, se vogliamo emettere un comportamento assertivo, dobbiamo iniziare “smantellando” ciò che c’è di negativo nel nostro modo di pensare.
A volte queste “voci” sono tutte nostre, a volte sono le voci di persone che hanno rivestito un ruolo importante nel passato: genitori, insegnanti o chiunque sia stato significativo per noi nella nostra infanzia e adolescenza.

Noi impariamo a pensare in un certo modo.

Possiamo chiederci da dove arrivino le voci interiori, i nostri pensieri più radicati, le nostre convinzioni e credenze più salde, che diamo per scontate, ma possiamo anche decidere di modificarle o abbandonarle, siamo noi che conduciamo il gioco.

Rendersi conto che siamo i soli responsabili del nostro dialogo interno ci permette di scegliere se seguire quello che ci suggerisce, se ci è utile, o meno, se ci fa star bene o male e se modificarlo, in modo diverso, ogni volta che vogliamo.

Ecco come cominciare:

1- Prendere coscienza del proprio dialogo interno.
Questo semplice fatto è il primo passo da gigante per prendere in mano le redini della propria vita.


2- Iniziare a notare cosa ci passa per la mente in determinate situazioni (è più facile iniziare da quelle situazioni nelle quali proviamo disagio).


3- Riconoscere che talvolta il dialogo interno è utile, e che altre volte è restrittivo ed inappropriato e stabilire se ci sta spingendo in una direzione che ci fa star bene o ci fa star male.