Il Mobbing è una situazione lavorativa di conflittualità sistematica, persistente ed in costante progresso in cui una o più persone vengono fatte oggetto di azioni ad alto contenuto persecutorio da parte di uno o più aggressori in posizione superiore, inferiore o di parità, con lo scopo di causare alla vittima danni di vario tipo e gravità. Il mobbizzato, colui che subisce queste azioni, si trova nell'impossibilità di reagire adeguatamente a tali attacchi e a lungo andare accusa disturbi psicosomatici, relazionali e dell'umore che possono portare anche a invalidità psicofisica permanente.
Varie sono le patologie medico-psichiatriche che possono derivare direttamente dal Mobbing. Tra le più comuni, la ricerca evidenzia: manifestazione psicosomatiche (che sono le prime a svilupparsi), come la perdita di concentrazione, di memoria, turbe del sonno, cefalee, sudorazione; agitazione e/o irrequietezza; ansia e depressione con fissazione del pensiero sul proprio problema; disturbi comportamentali che impediscono l’esercitazione dell’attività lavorativa (attacchi di panico, disistima, ecc…) e alterazioni della personalità (fino al suicidio).
Il “Metodo Edge 2002” è una delle procedure più originali ed efficaci per la determinazione del Mobbing, in quanto permette di riconoscere scientificamente la presenza del Mobbing in una vicenda lavorativa attraverso la verifica empirica di sette parametri tassativi; quindi, mediante un processo matematico rigoroso, di percentualizzare la cosiddetta lesione Accertata da Mobbing totale permanente e successivamente di quantificare tale valore ai fini giuridici risarcitori.
I sette parametri per il riconoscimento del Mobbing sono i seguenti:
* 1. Ambiente lavorativo (il conflitto deve svolgersi sul posto di lavoro);
* 2. Frequenza (le azioni ostili devono accadere almeno alcune volte al mese, salvo caso del "sasso nello stagno");
* 3. Durata (il conflitto deve essere in corso da almeno sei mesi; almeno tre mesi nel caso del "Quick Mobbing");
* 4. Tipo di azioni (le azioni subite devono appartenere ad almeno due delle cinque categorie del "LIPT Ege": attacchi alla comunicazione, alle relazioni sociali, all’immagine sociale, alla qualità della situazione professionale e privata, e alla salute, salvo il caso del "sasso nello stagno");
* 5. Dislivello tra gli antagonisti (la vittima è in una posizione costante di inferiorità, i protagonisti del conflitto non si fronteggiano ad armi pari, ossia non si dimostrano entrambi in grado di difendersi e di attaccare.);
* 6. Andamento secondo fasi successive (la vicenda ha raggiunto almeno la II fase, "L'inizio del Mobbing" del modello italiano Ege a sei fasi: conflitto mirato, inizio, primi sintomi psicosomatici, errori ed abusi dell’Amministrazione del Personale, serio aggravamento della salute psicofisica della vittima, esclusione dal mondo del lavoro);
* 7. Intento persecutorio (nella vicenda deve essere riscontrabile da parte dell’aggressore un disegno vessatorio coerente e finalizzato, composto da un chiaro scopo negativo volto ad ottenere un danno nei confronti della vittima con obiettivo conflittuale e carica soggettiva ed emotiva costituita dalle azioni vessatorie).
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