giovedì 2 ottobre 2008

Cosa fare durante un Attacco di Panico (1/2)

Riporto sotto forma di post, per rederlo più visibile a tutti gli interessati, un commento ad un mio articolo sull'ansia da parte di una persona che soffre di Attacchi di Panico, in cui descrive il modo più efficace per gestire un episodio di ansia acuta. Aseguire la mia risposta.

"Vorrei raccontare di come sono riuscita a gestire una crisi d’ansia; può darsi che possa essere spunto di riflessione per chi, come me, soffre di questo disturbo. Premetto che da tempo sono seguita da un terapeuta e che assumo una terapia farmacologica.

La situazione è questa: sono ad una conferenza dove non conosco nessuno. Prendo posto e comincio a seguire. Ho una strana sensazione addosso, non mi sento tranquilla, è come se tutte quelle facce sconosciute avessero gli occhi puntati su di me. Il mio disagio aumenta. Mi accorgo che dietro di me ci sono due persone che stanno parlando a voce bassa, quasi ridacchiando.

'Staranno sicuramente ridendo di me e dicendo che sono ridicola'
, penso.

Cerco di rimettermi a seguire i vari interventi, quando di colpo avverto dei tremori.
Comincio a temere di avere l’ennesima crisi di ansia.
Mi risistemo sulla poltrona, frugo dentro la borsa, faccio finta di prendere appunti, ma… niente, il tremore persiste. Sento che il mio cervello “sta partendo in quarta”: 'Tutti mi staranno guardando, staranno vedendo che sto tremando, penseranno che sono pazza e si chiederanno che cosa ci faccio qui.' Mi sento gelare, il cuore batte all’impazzata. Vorrei uscire dalla sala, ma allo stesso tempo l’idea di farlo mi blocca: sarei maggiormente sotto gli occhi tutti. E’ come se fossi in trappola.

Così, visto che non riesco a calmarmi, decido di arrendermi e di prendere il mio xanax. Ma mentre sto per inghiottire la pastiglia mi dico: “Non voglio cedere per l’ennesima volta. Potrei provare a reagire mettendo in pratica le strategie che mi sono state insegnate. Cercherò di fare del mio meglio”
Metto in atto il primo passo, ovvero, mi concentro sul presente: 'Sono seduta su una poltrona imbottita, dalla stoffa rossa e ruvida. Le braccia appoggiano sui braccioli, la schiena ben dritta contro lo schienale, sento il peso del mio corpo sulla poltrona…'

Mi accorgo che ho smesso di tremare. So che è già un buon risultato. Tuttavia continuo ad essere molto tesa.
Allora procedo con il secondo passo: provo a dialogare con me stessa, in modo indulgente, senza criticarmi: 'E’ vero quando mi trovo in situazioni simili mi capita di tremare. Sono una persona ansiosa e questa è solo una mia reazione. E’ una cosa poco piacevole, ma ripetermi “smettila di tremare!” non mi serve. Ora come ora non so se gli altri abbiano notato i miei tremori. Magari non mi stavano nemmeno guardando. Non posso saperlo. E comunque, anche l’avessero notato? Potrebbero semplicemente aver pensato: “Quella persona sta tremando”, non è detto che mi abbiano giudicata. E può darsi che quei due dietro di me stessero raccontando una cosa divertente che era successa in ufficio…'

Fatto sta che dopo una decina di minuti mi sento meglio, più rilassata. Ma soprattutto sono soddisfatta perché non ho ceduto del tutto alla mia ansia.
E’ davvero incredibile quanto i nostri pensieri possano influenzare le nostre reazioni."

2 commenti:

Anonimo ha detto...

sono qui in preda ad un attacco di panico. Ti rongrazio perchè leggendo la tua testimonianza sono riuscita a sentirmi compresa e ho avuto due belle tecniche per distrarmi. E così mi sono calmata e mi sento più forte perchè ho vinto un attacco di panico. Grazie!

F. - ha detto...

Grazie a te!