I nostri comportamenti, così come tutti quelli degli altri essere viventi, sono finalizzati ad ottenere una meta. Una meta tesa a soddisfare un bisogno utile per la sopravvivenza, individuale o della specie di appartenenza.
Rimandando ad altri articoli all'intro del blog (vedi, "le trappole emotive") la disamina sui bisogni fondamentali dell’uomo che dovrebbero essere soddisfatti, soprattutto nell’infanzia, per un sano sviluppo psicologico, oggi poniamo l’accento sui sistemi di regole che guidano i comportamenti. Questi sistemi di comportamento sono predisposizioni innate, perciò biologicamente determinati, e come veri e propri istinti attivano comportamenti adattivi, che sono stati sviluppati e sono stati selezionati nel corso della evoluzione filogenetica delle specie. Tanto meno evoluto è l’animale, tanto più i comportamenti sono standardizzati; tanto più l’animale è evoluto, tanto più i suoi comportamenti sono condizionati dall’ambiente e all’esperienza. L’idea di istinto o pulsione che nasce da uno stato energetico che deve scaricarsi è ormai obsoleta e superata.
Nel corso dell’evoluzione, quindi, le risposte agli stimoli ambientali (i comportamenti) sono passate dall'essere risposte automatiche e riflesse ad essere prodotti di processi di apprendimento e di
influenzamento culturale. Tale differenziazione è concretamente osservabile nel cervello umano che può essere visto come una stratificazione dei tre tipi di cervello apparsi nel corso dell'evoluzione degli animali vertebrati, così definiti da McLean: il cervello rettiliano, il sistema limbico (mammifero) e la neocorteccia (neo-mammifero).
Il cervello rettile regola il livello omeostatico delle funzioni non sociali dell’organismo, come la territorialità, l’esplorazione, l’attacco e la fuga, l’alimentazione (fame e sete), la raccolta e il consumo di cibo, il sono e la veglia, il metabolismo, la riproduzione.
Il cervello di mammifero inferiore regola il livello sociale dell’organismo, la formazione dei gruppi e dei legami, si manifesta nei comportamenti di attaccamento, di accudimento ed agonistici. E’ il regno delle emozioni.
Il cervello neo-mammifero (primate) media le cognizioni superiori di esplorazione introspettiva, immaginazione ed astrazione, ricerca di significato, predizione e programmazione di comportamenti, formazione di concetti e significati e si manifesta in comportamenti cooperativi ed affiliativi. E’ il regno del linguaggio.
Il modello di McLean suggerisce che a ciascun livello di evoluzione cerebrale appartiene una propria serie di sistemi di comportamento specifici. I sistemi comportamentali limbici e neocorticali affiancano quelli dei livelli inferiori, senza però annullarli o sostituirli. Nell’uomo ci sono quindi comportamenti provenienti da tutti e tre i cervelli di McLean.