mercoledì 16 settembre 2009

La scelta efficace.


Negli articoli precedenti inerenti l'assertività abbiamo visto che essere assertivi significa vivere con serenità i nostri rapporti con gli altri con l’equilibrio di chi non subisce e non aggredisce; sostenere la propria integrità e dignità e allo stesso tempo incoraggiare ed accettare questo comportamento negli altri. E’ assertivo colui che è capace di iniziare, continuare e portare a termine le interazioni sociali, possibilmente con facilità ed a proprio agio.

Alla base dell’assertività ci sono una serie di abilità sociali, tra le quali, chiedere ciò che si desidera, rifiutare ciò che non si vuole ed esprimere i propri desideri positivi e negativi agli altri. Dato che il comportamento assertivo implica un’interazione con un’altra persona, esso comporta il possesso e soprattutto la capacità di attuare nella vita di tutti i giorni queste abilità.

Possiamo migliorare la nostra competenza interpersonale attraverso l’apprendimento di efficaci strategie per richiedere ciò di cui si ha bisogno, per saper di dire di no e per gestire i conflitti interpersonali. “Efficacia”, in questo contesto, significa ottenere i cambiamenti desiderati mantenendo la relazione interpersonale e il rispetto di sé.

Abbiamo anche visto che le persone hanno il diritto, ma non l’obbligo di essere assertive. Nelle scelte individuali siamo responsabili delle conseguenze delle nostre scelte. Una scelta efficace, però, dipende fondamentalmente dall’obiettivo che si vuole raggiungere in una determinata situazione.
Le nostre abilità sociali dipendono quasi interamente dalla capacità di analizzare la situazione in cui ci troviamo e di identificare gli obiettivi prioritari.

Secondo la psicoterapeuta Linehan, l’efficacia interpersonale comprende tre tipi di efficacia:

1- l’efficacia negli obiettivi (perseguire i propri obiettivi e le proprie mete in una data situazione),
2- l’efficacia nelle relazioni (promuovere o mantenere una buona relazione),
3- l’efficacia nel rispetto di sé (mantenere o migliorare il rispetto e la stima di sé).

Inoltre, tutti e tre i tipi di efficacia devono essere presi in considerazione in una situazione problematica e, in una data circostanza, si attribuisce più o meno importanza ad uno o più di essi. Ad esempio:

- un vostro caro amico vi telefona dicendovi che ha lasciato una cosa importante in ufficio e avrebbe bisogno di un passaggio perché la sua auto non è disponibile e voi volete vedere la partita della squadra del cuore alla tv.
1. Obiettivo: vedere la partita.
2. Relazione: mantenere un buon rapporto con l’amico.
3. Rispetto di sé: equilibrare le necessità dell’amico alle vostre.

L’efficacia della vostra scelta, e di conseguenza del vostro comportamento, dipenderà dalla vostra priorità. Cos’è più importante per voi in questo caso? Vedere la partita, mantenere una buona relazione o agire in modo tale da mantenere positivi sentimenti verso voi stessi?

lunedì 7 settembre 2009

La fobia sociale (ansia sociale).




La fobia sociale, chiamata anche ansia sociale, è un disturbo caratterizzato da un’ansia molto intensa e da un’eccessiva attenzione a se stessi durante le situazioni sociali quotidiane.
Le persone che sofforno di questo disturbo hanno una paura persistente di essere osservate e giudicate dagli altri ansiose, deboli, "pazze" o stupide e di trovarsi in grave imbarazzo o umiliazione a causa delle loro azioni.
Possono, quindi, evitare di mangiare, bere o scrivere in pubblico per timore di rimanere imbarazzati dal fatto che gli altri possano assistere ad un loro comportamento inadeguato o suscettibile di giudizio negativo, come il tremore delle loro mani, oppure temere di parlare in pubblico o con estranei perché preoccupati di dimenticare quello che devono dire, oppure per la paura di apparire poco chiari o di esprimere opinioni “stupide” o che non interessano nessuno.

Le persone che soffrono di ansie sociali sono molto sensibili alle critiche e al rifiuto, hanno difficoltà ad esprimere opinioni, sentimenti e desideri e hanno una bassa autostima.
Spesso questo determina un’estrema ansia anticipatoria che precede per giorni o settimane le situazioni temute e grosse difficoltà a fare amicizie e a mantenerle, col risultato di provare ansia praticamente ogni volta in cui si trovano in mezzo ad altri. Allora la fobia sociale può essere molto invalidante, può arrivare ad impedire di andare al lavoro o frequentare la scuola per molti giorni.

Inoltre questa forte ansia è accompagnata da sintomi fisici quali palpitazioni, tremori, sudori, tensione muscolare, nausea, secchezza delle fauci, vampate di calore, arrossamenti e mal di testa. Questi sintomi contribuiscono ad aumentare la paura della disapprovazione e possono diventare essi stessi motivo di paura e di eccessiva attenzione e controllo da parte della persona.

Nonostante molte persone con ansia sociale riconoscono che i loro timori sono eccessivi, non riescono comunque a gestirli, arrivando così a colpevolizzarsi ulteriormente per le loro condotte evitanti.

Ma ciò che caratterizza in modo particolare il disturbo non è tanto la paura del giudizio altrui, quanto le reazioni emozionali che queste persone hanno nei confronti di quel giudizio, reale o immaginario che sia.
Essenzialmente ciò di cui hanno paura i fobici sociali è l'intima esperienza di sentirsi imbarazzati, colpevoli, vergognosi, disgraziati, rifiutati o umiliati: credono che provare queste emozioni sia un'esperienza insopportabile e sono convinte di non essere in grado di poterle padroneggiare e superarle.

Gli ansiosi sociali considerano, in modo irragionevole, i loro comportamenti assolutamente evidenti e quindi impossibili da non notare, di conseguenza vivono le situazioni come se tutti li osservassero e li giudicassero, anche quando il più delle volte ciò non accade. Fortunatamente, come tutti i disturbi d’ansia, la fobia sociale è trattabile con ottimi risultati attraverso le procedure di terapia cognitiva e compotamentale scientificamente sperimentate.