
Lo stile di relazione che un bambino sviluppa dalla nascita in poi dipende in grande parte dal modo in cui i genitori (o altre figure di riferimento) interagiscono con lui. In particolare, la qualità delle nostre relazioni è determinata dal tipo di attaccamento che si instaura con la “figura di attaccamento”.
Il sistema motivazionale dell’attaccamento è un sistema biologicamente preordinato a ricercare la vicinanza delle figure di protezione e di accadimento. E’ attivo sin dalla nascita, e collegato a questo è il sistema motivazionale dell’esplorazione che spinge verso la conoscenza del mondo.
Gli stili di attaccamento più diffusi e conosciuti sono tre: sicuro, evitante e resistente alla separazione.
Il legame insicuro evitante è caratterizzato da una relazione non calorosa tra la figura di attaccamento e il figlio.
Generalmente questo tipo di attaccamento si osserva allorché, dopo un periodo di separazione (tipicamente) dalla madre, il bambino, al momento del ricongiungimento, non esprime aperte manifestazioni di rabbia o protesta oppure può mostrarsi apparentemente distaccato e indifferente. Questo atteggiamento di solito si riscontra in bambini con madri rifiutanti o comunque poco propense alla comunicazione emotiva e più interessate a promuovere l’autonomia e l’autocontrollo.
I bambini che esperiscono una madre che scoraggia o rifiuta il contatto fisico quando il bambino sta male o ha paura, sono più propensi a sviluppare questo tipo di attaccamento. Le figure genitoriali possono non rispondere alle loro richieste, rifiutarsi di aiutarli o si arrabbiano quando i figli si avvicinano a loro. Per la paura e il timore della delusione il i bambini tendono a reprimere bisogni ed emozioni, a non chiedere e a non farsi vedere bisognosi, evitando di chiedere aiuto e mostrarsi bisognosi anche quando ne avrebbero davvero bisogno.
Sostanzialmente il bambino tenderà a sviluppare un senso di non amabilità personale; è probabile che il proprio stile relazionale sarà caratterizzato dalla convinzione che, alla richiesta di aiuto, non solo non incontrerà la disponibilità della figura di attaccamento, ma addirittura verrà rifiutato. In questo modo il bambino costruisce le proprie esperienze facendo esclusivo affidamento su se stesso, ricercando l’autosufficienza anche sul piano emotivo, avverrebbe, quindi un buono sviluppo intellettuale a scapito della sfera affettiva.
Da adolescente e poi da adulto potrebbe affermare la propria indipendenza, essere perfezionista, ma allo stesso tempo evitare la vicinanza emotiva e l’affettività perché non adeguatamente attrezzati a gestire le emozioni e nutrire significative insicurezze personali e dubbi sulle proprie qualità e capacità, inoltre potrebbe mostrare difficoltà e insicurezze nell’esplorazione del mondo, rappresentazione di sé come persona sostanzialmente non amabile e non amata, percezione e aspettative di distacco, rifiuto e abbandono come “prevedibili” e “certe”, tendenza all’evitamento dell’intimità delle relazioni per paura e convinzioni di rifiuto e doloroso abbandono, apparente esclusiva fiducia in se stessi e nessuna richiesta di aiuto.